Ma perché, dopo quindici anni, dobbiamo sentirci nuovamente mobilitati per rigettare i responsabili di un passato vergognoso e doloroso, i quali tentano di tornare alla ribalta? (Sandro Pertini, “U brichettu”, 28 giugno 1960)
L’eccidio di Civitella fu una strage compiuta dalle truppe naziste il 29 giugno 1944 nelle località di Civitella in Val di Chiana, Cornia e San Pancrazio di Bucine, in provincia di Arezzo, che cagionò l’uccisione di 244 civili.
Nella città che per oltre vent’anni è stata un laboratorio dell’estrema destra, dove integralismo cattolico, Lega e neofascisti hanno costruito un’agenda e un sistema di potere comune, Damiano Tommasi ha vinto contro ogni pronostico.
Tra chi sta con Putin senza se e senza ma (FN), chi con l’Ucraina con molti se e moltissimi ma (CP) e chi cerca di far finta di niente nella speranza che passi presto, l’estrema destra italiana si trova faccia a faccia con i propri limiti ideologici (e i regolamenti di conti interni)
I nomi di Ciocca, Bastoni e Valcepina si aggiungono ai quattro già noti, tra cui Roberto Jonghi Lavarini, detto il “barone nero”, e l’eurodeputato di FdI Carlo Fidanza
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