DEFINISCE l’Olocausto una "leggenda" sulla quale esistono "solo verità
ufficiali non soggette a verifica storica e contraddittorio". Una
"leggenda" usata "per colpevolizzare moralmente i popoli vinti". Anche
le camere a gas, "ammesso e non concesso che queste siano mai veramente
esistite", sono una delle tante verità "da verificare".
Come "i sei milioni di morti nei campi di concentramento". È la Storia
reinterpretata secondo i folli principi del negazionismo, e che sembra
trovare terreno fertile nel pensiero e nei blog gestiti da Antonio
Caracciolo, un ricercatore 59enne di filosofia del diritto
dell’università La Sapienza. Secondo il sito ufficiale del dipartimento
di teoria dello Stato è ricercatore, anche se lui dice di essere
"professore aggregato".
Sentito telefonicamente Caracciolo non smentisce la propria difesa del
negazionismo, anzi, ne fa una questione di principio affermando "il
diritto dei negazionisti di poter esprimere le loro idee, senza finire
in carcere". C’è da chiedersi, allora, se tra i suoi studenti o le
persone che lo leggono qualcuno si sia mai ribellato. "Ho subito
minacce, ricevuto insulti, ma non mi interessa. Vado avanti: sono
pronto a discuterne con chiunque". E continua: "A chi mi dice che sono
antisemita rispondo così: non ho mai capito il significato di questa
parola". Lo scorso anno accademico, Caracciolo ha tenuto un corso di
filosofia del diritto, nell’ambito del corso di laurea di II livello in
Studi Europei. Oltre a salire in cattedra nel più grande ateneo
d’Europa, si vanta di gestire ben 33 blog e si definisce coordinatore
provinciale dei club di Forza Italia a Seminara (Reggio Calabria),
avendone fondato uno nel 2003.
Sono due, in particolare, i siti sui quali questo ricercatore spiega
perché si debba dare credito alle tesi negazioniste. In "Club
Tiberino", parla a più riprese della Shoah, in paginate virtuali di
offese alla memoria degli ebrei morti nei campi di concentramento.
Pagine regolarmente citate e riprese dai siti della destra estrema. A
proposito della Shoah, è disposto ad ammettere che "vi sia controversia
storica sul numero dei morti di Auschwitz. Che siano sei milioni
nessuno sembra più voglia seriamente sostenerlo. Che poi all’indubbia
discriminazione e persecuzione di ebrei, zingari, omosessuali,
disadattati, oppositori politici di ogni genere sia seguita in senso
proprio anche la volontà di "sterminio" mediante "camere a gas" è cosa
su cui io posso sospendere il giudizio in attesa di prove certe o in
attesa di un mio personale ed informato convincimento".
Scende in campo, a più riprese, in difesa del negazionista Robert
Faurisson, che nel maggio del 2007 suscitò proteste e sdegno perché
invitato a tenere una lezione presso l’università di Teramo. E
nell’ambito di questa Storia liberamente reinterpretata, viene fornita
anche una lettura delle leggi razziali, condita di elementi antisemiti:
"Le leggi razziali furono cose di 70 anni fa che si collocano in un
contesto di 70 anni fa. Molti italiani, la stragrande maggioranza,
hanno meno di 70 anni e quasi tutti gli italiani di oggi non hanno
nessuna memoria diretta di quegli anni. A trarne profitto sono gli
ebrei di età avanzata che sono diventati una sorta di eroi nazionali.
Vengono portati in giro nei convegni e nelle scuole per raccontare
quello che ricordano o pensano di ricordare". Sempre secondo
Caracciolo, gli ebrei trarrebbero profitto dalla figura di Erich
Priebke, ex ufficiale delle SS, condannato all’ergastolo per l’eccidio
delle Fosse Ardeatine: "Non si parli di giustizia e di giusta condanna,
perché io non ne vedo di giustizia. Vedo solo vendetta. Mi chiedo cosa
sarebbero gli ebrei romani senza i Priebke. Come potrebbero vivere
senza nutrirsi della colpa altrui, o meglio della colpa che loro
pensano il mondo intero abbia verso di loro. Su questa base fondano la
loro tracotanza, la loro pretesa ad un risarcimento morale e materiale
infinito".